RIPENSARE LE GESTIONI DEI RIFUGI

Il boom del turismo di montagna conseguente o meno alla pandemia ha premuto sulla rete dei rifugi montani alpini con una serie di necessità nuove proprie del turismo di massa, solo apparentemente positivo economicamente ma con effetti sull'ambiente , sui consumi montani, sui valori culturali delle esperienze escursionistiche. Le gestioni possono risentire di queste pressioni, dai menù a tavola, alla mezza pensione obbligatoria, al panico delle domeniche strapiene a pranzo, alla crisi idrica per eccessivo consumo, etc. I rifugi non possono venir meno ad essere considerati sentinelle ambientali, presidi montani, centri di salute in alta quota, così come recitava la locandina al centro dell'incontro di ieri sera , che se anche in assenza di rappresentanti Cai impegnati altrove, con i ragazzi presenti ha potuto approfondire questi aspetti, le missioni volontarie, un approccio diverso e rispettoso verso la montagna. Allora in vista di un impegno di INIZIATIVA TURISTICA verso una gestione di rifugi, sarà possibile contare su un reclutamento non solo locale di risorse umane volontarie e disponibili verso l'associazione.

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